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News Tecnologia 5 Luglio 2023

Intelligenza artificiale: il test di Turing è ancora affidabile?

Writen by odc-admin

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Creato negli anni ’50 da Alan Turing, il Test di Turing ha rappresentato per lungo tempo il punto di riferimento per valutare se una macchina può ragionare in modo simile a un essere umano. Tuttavia, secondo Mustafa Suleyman, co-fondatore della start up specializzata in intelligenza artificiale DeepMind, il tradizionale Test di Turing non è più efficace.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, Il tradizionale test di Turing, originariamente concepito per distinguere il ragionamento umano da quello di un programma attraverso una serie di domande, ha perso la sua rilevanza nel contesto attuale, date le straordinarie capacità delle piattaforme di AI, molte delle quali sono liberamente accessibili. Questo è particolarmente evidente se consideriamo chatbot come ChatGpt o Google Bard, che sono in grado di generare testi e risposte coerenti e complesse. Pertanto, Suleyman propone di spostare l’attenzione verso nuovi test che siano in grado di valutare le diverse tipologie di intelligenza artificiale, anziché confrontarle direttamente con l’essere umano.

La proposta di Suleyman è quella di introdurre un moderno test di Turing che metta alla prova le capacità delle AI nell’affrontare una sfida più ampia: trasformare 100.000 dollari in 1 milione di dollari. In altre parole, un chatbot dovrebbe dimostrare di essere in grado di individuare opportunità commerciali, creare progetti per prodotti da vendere online e trovare i giusti produttori. Secondo Suleyman, entro due anni le AI saranno in grado di raggiungere queste capacità di ragionamento e sarà importante concentrarsi non solo su ciò che una macchina dice, ma su ciò che può effettivamente fare.

L’idea di Suleyman è affascinante e stimolante, ma solleva anche alcune importanti domande sulle conseguenze che ciò avrà sull’economia globale. Se i chatbot diventassero in grado di svolgere attività di business complesse e generare profitti significativi, ciò potrebbe portare a una rivoluzione nel modo in cui le imprese operano e interagiscono con il mercato. Potrebbe anche innescare un dibattito etico sulle implicazioni di una maggiore autonomia delle macchine e sul futuro del lavoro umano.

In conclusione, il Test di Turing potrebbe non essere più l’unico strumento affidabile per valutare l’intelligenza artificiale. L’evoluzione delle tecnologie ha reso necessario un nuovo approccio, come proposto da Suleyman, che ponga l’accento sulle capacità operative delle AI. Saremo quindi chiamati a riflettere sulle implicazioni di questa nuova frontiera e ad adattarci ai cambiamenti che essa comporterà. Il futuro dell’intelligenza artificiale è in continua evoluzione, e solo il tempo dirà quale sarà la prossima tappa nella sfida tra AI e mente umana.

Foto di Pixabay

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